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La mostra di Picco, tra arte, identità e coraggio

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  • 29/07/2025

Con una Bic disegno me stesso “Sdoppiamenti”:
la mostra di Picco, tra arte, identità e coraggio

Una penna Bic, in tutte le sue sfumature di colori, nessuna tinta “extra”, nessuna tecnica appariscente o classica. Solo ciò che si trova in un comune astuccio scolastico, trasformato in uno strumento potente di espressione personale.

Picco è un giovane artista che costruisce il suo mondo a colpi di penna. Linee, spazi, figure: ogni opera è un frammento di sé, disegnato con pazienza e intensità. Le sue creazioni sono intime, stratificate, ipnotiche. Parlano di solitudine e di protezione, di ordine e di caos, di uno sguardo diverso sul mondo e di un bisogno profondo di dire qualcosa, senza urlare.

La sua mostra è stata un viaggio dentro questa visione: uno spazio silenzioso, ma vivo, dove il segno si fa voce.

Ed è proprio durante l’inaugurazione che quella voce si è fatta sentire, delicata ma forte allo stesso modo.

Picco ha letto un testo. Non un discorso convenzionale, ma un frammento sincero della sua storia.
Parole che hanno toccato tutti per la loro autenticità, senza retorica né filtri.

Per questo le vogliamo riportare così, come lui le ha scritte:

"SDOPPIAMENTI" può avere diversi significati, che dipendono molto dai CONTESTI in cui la parola viene utilizzata.
CONTESTI sono qualcosa che mi disturba (a volte mi fa arrabbiare!), perché faccio una fatica enorme a capirli.

Qui "SDOPPIAMENTI" non ha un significato tra i tanti, ha il MIO significato.
Ho cambiato idea molte volte realizzando questo progetto: a volte i miei lavori non mi soddisfano e così succede che creo e poi disfo.
In "SDOPPIAMENTI" ho immaginato situazioni e amici a me cari o persone che mi stanno vicino.

Li ho collegati fra loro, non seguendo una linea precisa: possono essere le ambientazioni che mi hanno evocato una persona, ma anche il contrario.
O anche nessuna di queste cose: semplicemente abbinati senza apparentemente motivo (del resto ci deve essere PER FORZA, SEMPRE, un motivo?).

Nell’unica tavola dove appaio io (LA MIA STANZA D’ATTESA) c’è il mio sentire personale, il mio “sdoppiamento”, tutti i possibili modi in cui mi sento in una situazione, la difficoltà di trovare il giusto modo di essere.
Ma poi penso anche "Giusto... per chi?"

Le sue parole non hanno bisogno di commenti. Bastano da sole.

Così come bastano le sue penne Bic e il suo sguardo per creare un universo in cui ogni tratto racconta molto più di ciò che si vede.

Picco non si definisce, non si giustifica, non si spiega.
Disegna. E questo è già moltissimo.

Associazione Culturale Librarte Tignale

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